Gemme al microscopio: Ametrino, il miracolo del ferro
Du is mei che uan
Uno spot pubblicitario di qualche anno addietro recitava: “Du is mei che uan”, parafrasando in chiave scherzosa in inglese maccheronico l’ovvietà che due sia meglio che uno.
E nel caso dell’Ametrino, la bellissima combinazione tra giallo e porpora pare proprio confermare questo adagio.
L’Ametrino è noto per essere il cosiddetto “incrocio” tra Ametista e Citrino. Si tratta infatti di un quarzo a cui la natura ha riservato il pregio di unire in un’unica gemma entrambe queste varietà.
È inutile descrivere la suggestione che questa gemma evoca, tanto da essere prodotta molto spesso in laboratorio.
Per crearne la sintesi si bombarda una parte del quarzo, quasi sempre incolore, attraverso radiazione beta per darne la colorazione gialla. La restante parte viene invece sottoposta a trattamento termico differenziato fino a colorarla di viola-porpora.
Il fenomeno in natura, invece avviene con modalità più affascinanti, ma anche con un procedimento strabiliante.
La componente di ferro che esiste a livello atomico nel quarzo dona colorazioni diverse nella misura in cui è più o meno ossidata. È questa la differenza di base che determina le due componenti colorate all’interno della pietra grezza così come la si trova in natura.
L’abilità del tagliatore sta nello scegliere le parti in cui i colori si incontrano nel punto ove il contrasto dei colori risulta più evidente. Ne esce una gemma molto suggestiva, che non ha mancato di suscitare in passato, ma anche nel presente, evocazioni terapeutiche e in alcuni casi anche magiche.
Abbiamo volgarmente detto che l’Ametrino è un quarzo. In linguaggio scientifico si tratta di un biossido di silicio (SiO2) che è un tettosilicato, cioè un silicato in cui gli atomi di ossigeno sono condivisi.
Quasi tutte le gemme naturali di questa specie e varietà provengono dalla Bolivia. Tanto che in ambienti commerciali la si può trovare definita come Bolivianite.
Si accennava sopra alle proprietà terapeutiche. Vorrei precisare che la cristalloterapia non ha basi scientifiche ed è basata su credenze popolari.
All’Ametrino, sicuramente anche per l’incontro cromatico, vengono riconosciute proprietà in grado di interferire sulle capacità sessuali. Si prende spunto dal incontro di due colori diversi per accomunare la gemma ad un equilibrio tra il genere maschile e quello femminile.
Viene utilizzato l’Ametrino anche per applicazioni che vorrebbero risolvere problemi di immunodeficienza nonché di stabilizzazione del DNA. Vengono attribuito poi valenze in merito alla cura della depressione e della stabilità mentale.
Inutile ribadire che queste proprietà non corrispondono ad alcun riscontro scientifico, ma danno la misura della suggestione che questa gemma è in grado di suscitare.
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