Tecniche avanzate: il Mokume Gane
Definita solitamente la “tecnica dei Samurai”, per la sua attinenza storica e geografica, il Mokume Gane è in effetti un tipo di lavorazione dei metalli ad uso estetico che nasce nel medievo nipponico, e certamente ha adornato le preziose Katane dei leggendari guerrieri giapponesi.
Si tratta di una tecnica che dona al metallo una trama lignea e viene realizzata senza l’ausilio della saldatura.
Attualmente, nel mondo intero, sono pochissimi gli orafi specializzati in questa procedura.
Alla recente fiera espositiva di Monaco di Baviera, Inhorgenta, soltanto uno stand ha esibito alcuni pezzi lavorati in Mokume Gane, a conferma della sua difficoltà realizzativa.
In Italia, tra chi sta approfondendo la conoscenza di tecniche estreme e alternative c’è Emanuele Cannoletta, studente presso l’Accademia delle Arti Orafe di Firenze, al quale dobbiamo tutte le informazioni che hanno consentito la stesura di questo articolo.
Emanuele Cannoletta (nda: permettete il sano orgoglio di padre – è il figlio di chi scrive), è nato a Sanremo il 26 agosto 1987. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico, ha intrapreso gli Studi di Architettura, e precisamente in Urbanistica, conseguendo la Laurea di Primo livello all’Università di Genova, e successivamente la Specialistica in Spagna a Barcellona.
Nella città di Gaudì, Emanuele ha maturato una chiara concezione del “bello”, non solo sotto l’aspetto estetico, ma anche e soprattutto sotto l’accezione tecnica.
Tornato in Italia e intenzionato a proseguire l’attività di famiglia, frequenta l’Accademia Orafa e approfondisce i temi salienti della Storia dell’Oreficeria e delle tecniche costruttive del Gioiello.
Riportiamo qui in seguito l’insolita intervista di un padre al proprio figlio:
D.: Come potresti descrivere brevemente le caratteristiche costruttive del Mokume Gane?
R.: Accademicamente si tratta di una lastra di metallo composta da 12 strati di metallo che in origine hanno lo spessore complessivo di mm. 10. Riferendoci al campione illustrato in fotografia abbiamo 6 strati di argento alternati a 6 strati di Shibuichi, una lega binaria di argento e rame che presenta la caratteristica di reagire in modo molto sensibile ai trattamenti di “patinatura” assumendo colorazioni che variano dal verde al blu.
D.: Come avviene la trasformazione di questo grezzo nel semilavorato concepito con questa tecnica?
R.: Il procedimento prevede la realizzazione di un blocco unico in modo che reagisca come un elemento singolo. La peculiarità di questa tecnica è che i vari strati di metallo si imparentino senza l’utilizzo della saldatura, ma attraverso una tecnica di fusione superficiale che accorpa tra loro le lastre.